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Trento, 26 marzo 2007
«DELLAI ATTENTO, RISCHI DI RESTARE SOLO»
«Se pensa al centrismo noi non saremo con lui»
Marco Boato: «Anche Lorenzo ha le sue responsabilità nella crisi del centrosinistra»

da l’Adige di lunedì 26 marzo 2007

Eh sì, in buona parte, come ricorda Marco Boato, la situazione ricorda quella del lontano ’93 in comune a Trento. Anche allora il protagonista era Lorenzo Dellai, giovane sindaco, che si smarcò, in un momento di crisi letale della politica, dai partiti. «E fece - ricorda Boato - la giunta dei consiglieri, con una breve ubriacatura per la Rete, cercando addirittura di delegittimare le forze politiche che lo sostenevano. A quasi quindici anni di distanza lo scenario è cambiato e comunque voglio ricordare che, nel ’95, con la prima elezione diretta dei sindaci, Dellai tornò ad essere sostenuto da una coalizione di centro sinistra».

Insomma, la sintesi del pensiero boatiano è che il Presidente non può pensare di andarsene da solo con la sola forza della sua leadership. «Non vorrei che Dellai - afferma il leader dei Verdi - si ritrovasse talmente libero da restare solo». Frase ad effetto che dà però l’idea.

Ma Marco Boato, com’è suo costume, non si ferma certo alle battute. Analizza e nell’analisi condivide con Dellai il senso di inadeguatezza della coalizione di centro sinistra, la sua evidente crisi.

«Sono stato tra i primi dopo le elezioni politiche del 2006 – afferma – a sottolineare le difficoltà e la necessità di volare alto, di rimettere in discussione il modello di sviluppo del Trentino anche in rapporto alle nuove sfide, come quella climatica che è emersa in tutta la sua evidenza. Le criticità nella coalizione di centro sinistra ci sono, i problemi ci sono, ma se Dellai pensa di ricostruire un rapporto con la società civile come un Demiurgo io dico che sbaglia, che questa è un’illusione pericolosa. Del resto lui è il leader e ha la sua parte di responsabilità per questa situazione di crisi».

Però Dellai, per ora, sembra più che altro puntare a recuperare l’elettorato centrista. «Ed è un problema che condivido – afferma Boato –. Ma una cosa è porsi il problema dell’erosione dei consensi al centro, tenendo presente che il problema c’è anche, ed è ancor più grave, a sinistra; un’altra è un’ipotesi centrista per rimettere in gioco settori del centro destra nel centro sinistra. Se questo avvenisse sarebbe un suicidio! Un suicidio per Dellai e un suicidio per la coalizione».

In questo caso, lo dice chiaro Marco Boato, i Verdi non ci sarebbero. Il parlamentare ricorda di essere un «dellaiano» della prima ora. «La sua candidatura per il 2008 – afferma – l’ho rilanciata a Roncegno nella primavera dello scorso anno, ma l’ho rilanciata come candidato presidente della coalizione di centro sinistra. Un leader però deve confrontarsi con chi lo sostiene; un leader non può considerare la sua coalizione una palla al piede da cui liberarsi pensando di risolvere i problemi, che anch’io vedo, con un rapporto demiurgico con i cittadini. Sarebbe un suicidio e un’errore politico. Un leader deve saper risolvere i problemi e non entrare in rotta di collisione con la propria coalizione».

Ma cos’è successo? Perché, negli ultimi giorni, Giorgio Lunelli e Remo Andrelli sul Partito democratico e Dellai sul suo centrismo hanno messo il «turbo»?

«Mi pare che, in questa fase confusa sia stata sottovalutata l’interdipendenza – afferma il parlamentare verde – tra l’accelerazione di Margherita e Ds verso il Partito democratico e la speculare accelerazione di Dellai sul versante opposto».
Secondo lei perché il Presidente della Provincia ha pestato il pedale? «Perché c’è una sfiducia non dichiarata di Dellai nei confronti del Partito Democratico così come si sta sviluppando». Insoddisfazione che Boato condivide. «Nel ’95 – ricorda – siamo stati tra i fondatori dell’Ulivo, ma questa del Partito democratico è un’operazione, uso a proposito il termine operazione, che sta mostrando i suoi limiti. Lo si vede anche dalla partecipazione dei cittadini: è una fusione a freddo. Tra l’altro questa accelerazione sul Pd contraddice il congresso della Margherita. E nella coalizione si è sempre detto che di Partito democratico si sarebbe parlato dopo il 2008. Mi chiedo cosa sia successo, negli ultimi giorni, nella Margherita e nei Ds e tra Margherita e Ds. Visto che si sta mettendo in discussione quello che si è detto nella riunione di maggioranza di villa Madruzzo che è del 9 febbraio. Dellai fa bene a dire al Patt: "non potete avere le mani libere", ma neppure lui può averle».

Insomma, secondo lei Lorenzo Dellai cerca di smarcarsi da un Partito democratico che nasce gracile, anzi malaticcio. «Però lui deve affrontare i problemi, non può fare il battitore libero. Dev’essere candidato da qualcuno, secondo me da un centro sinistra in grado di vincere le elezioni, il che non è scontato».

 

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